Il Salone di Genova 2021 è partito con le vele in poppa, in conformità ai migliori auspici della vigilia, scongiurando oltretutto le infauste previsioni meteo, che avrebbero spazzato via le rosee aspettative, insieme alle banchine e al piazzale sul quale sono ancorati gi stand motoristici.

Il Salone di Genova 2021 al cospetto delle autorità

Alla rituale cerimonia di apertura, alle ore 10:30 di giovedì 16 settembre, hanno partecipato il Ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili Enrico Giovannini, il Sindaco di Genova Marco Bucci, il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l’Ammiraglio di Squadra in rappresentanza del capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Giuseppe Berutti Bergotto,  il Comandante generale delle Capitanerie di porto, Nicola Carlone, il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure occidentale, Paolo Emilio Signorini. Presenti il Presidente di ICE AGENZIA Carlo Maria Ferro e il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Questo il commento di Saverio Cecchi, Presidente di Confindustria Nautica e I Saloni Nautici: “Con il nuovo waterfront nel 2023 vi faremo rimanere a bocca aperta. Il Salone di Genova è uno strumento fondamentale per il mercato della nautica e tutta la sua filiera. È un momento in cui tutto il sistema si ritrova e spinge la ripartenza del Paese. I grandi Saloni come quello del Mobile e quello del Nautico sono attrattori per il turismo e un volano fondamentale per l’economia del Paese. Nel 2020 abbiamo avuto il +2,4% di addetti e le previsioni 2021 di crescita del fatturato globale sono del +23,8%.

Motori, al Power Village la prima di Punch Hydrocells

È una creatura estiva, Punch Hydrocells, ma tutt’altro che effimera e balneare, perché la casa madre ha riposto fiducia, capitali e risorse umane in questo spin-off di Punch Torino. Estiva perché neonata a ridosso della 0bella stagione’ e proprio perché ha trovato le quinte dell’esordio in una cornice come quella del Salone nautico di Genova. La costituzione di Punch Hydrocells segue l’annuncio dell’accordo con Avl Italia, Landi Renzo e Industria Italiana Autobus per porre le basi dell’impiego dell’idrogeno tra le applicazioni stradali per il trasporto pubblico. Pierpaolo Antonioli, Ceo di Punch Torino ha sottolineato che «Il Gruppo Punch è saldamente impegnato per inverare un futuro a zero emissioni. Lo studio di nuovi sistemi propulsivi da immettere sul mercato, tra cui l’idrogeno, gioca un ruolo importante nella nostra strategia di decarbonizzazione». Secondo Punch Torino e la sua consolidata esperienza nell’ingegneria automobilistica, il futuro della propulsione passa attraverso questo vettore energetico, che permette la soluzione di alcuni dei problemi esistenti nel settore nautico.

Ma torniamo alle ragioni della presenza in questa sede, da questo stand così prossimo al mare da potersi sentire quasi bagnanti. Punch Hydrocells è partecipe di un progetto a quattro mani (ma sarebbe più corretto dire ‘sei mani’) insieme Landi Renzo e Castagnola Yacht. In base a quanto raccolto dall”amministratore delegato di Castagnola Yacht, Gabriele Maestri: «Castagnola Yacht ha deciso di affrontare la sfida della decarbonizzazione partecipando attivamente alla progettazione e costruzione di un modello ‘green’ della barca Heritage. Il nostro processo produttivo Wts sarà ulteriormente arricchito con un nuovo elemento, in sostituzione del carbonio. Combinato con la propulsione a idrogeno fornita da Punch Hydrocells, ci permetterà di offrire al mercato nautico una barca completamente ecologica. Il Gruppo Punch ha compreso l’affidabilità e le forti capacità che caratterizzano la nostra innovativa produzione, che va avanti dal 1974 nel nostro cantiere situato a Lavagna. Siamo consapevoli che il percorso verso una mobilità più sostenibile è lungo e molto impegnativo, ma siamo fermamente convinti che l’approccio dinamico della nostra azienda, combinato con le nostre partnership strategiche, ci permetterà di raggiungere grandi risultati». Vi aggiorneremo su Punch Hydrocells nelle prossime uscite di DIESEL e dieselweb.

Anche qui l’ibrido spopola

Come a Cannes, perdonateci ma il paragone è d’obbligo, le soluzioni ibride interpretano meglio di qualunque altra la spinta alla defossilizzazione delle sale macchina. Due interpreti italiani, due concessionari che si sono svincolati dall’abbraccio troppo stretto delle case di riferimento. Ranieri Tonissi propone una soluzione ibrida con il T4.270 di Nanni, su base Toyota , 4 cilindri da 2,99 litri. Tonissi viene così incontro alle richieste ricevute per alcune imbarcazioni commerciali, in collaborazione con Tema. Questo progetto prevede 270 cavalli erogati dal termico, che si sommano ai 23 chilowatt dell’elettrico, a cura di Tema. Le funzioni sono quelle note, in modalità elettrica si attiva in modalità ricarica, con un’autonomia che dipende, chiaramente, dal pacco batterie e dal ciclo di utilizzo. La destinazione di questo pacchetto ibrido è Venezia, per un’imbarcazione che presterà servizio in Laguna, realizzata del cantiere Chia.

Avvistiamo l’altro neo-ingresso nel mondo ibrido allo stand Rama Marine. Il sodalizio con Benevelli è approdato in mare, con un sistema basato sulla tecnologia sincrona Ipm, che rispetto ai motori tradizionali riduce i volumi fino al 60 percento e aumenta la potenza fino al 40 percento, con una maggiore densità di potenza. I magneti permanenti in terre rare ad altissima capacità magnetica, posizionati all’interno del rotore, generano un campo magnetico ‘bruciando’ pochissima corrente. Il motore asincrono richiede in genere un’elevata quantità di energia, che in questa applicazione non è invece richiesta.

Cummins B4.5

E infine si chiude con un tuffo, metaforico, nel gasolio. Il diesel sarà un compagno di navigazione ancora per lustri, e Cummins si è attrezzata, segmentando il listino, come recita Stefano Unali, con «il più piccolo motore marino di Cummins, che rappresenta però una soluzione performante. Marinizzato sulla base del motore industriale B4.5, ha dato prova di sé più e più volte in applicazioni impegnative, eppure ha sempre confermato un’estrema facilità da manutenzione e di utilizzo». Con 4 cilindri in linea e 16 valvole, il B4.5 abbraccia una fascia di potenza da 99 a 250 cavalli, e si propone sia con chiglia raffreddata che scambiatore di calore, e sovralimentazione con o senza aftercooler. Per i gruppi di bordo eroga invece tra tra 60 e 112kWe.

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