Kubota e il futuro. Il passepartout per scardinare i segreti dello Stage V glielo garantisce la storia, che da Osaka intreccia l’epopea motoristica del Sol Levante e della meccanizzazione agricola mondiale. Kubota si presenta al cospetto delle sfide del futuro con 95 anni di credibilità alle spalle. Quasi un secolo di attività motoristica che ha visto i giapponesi imporsi nel material handling e nell’industriale, tra gli specializzati e i gruppi da generazione. La vocazione per i compatti si concretizza nella segmentazione tra il mezzo litro e i 3,8 litri. Senza dimenticare l’operazione rilancio del gpl per alcune applicazioni indoor, che ha fatto proseliti. Il futuro ha in serbo importanti sorprese.

Quali? Lo chiediamo a Tony Tonegawa, General Manager Industrial Engine Division. Con lui abbiamo affrontato di recente l’ingresso in grande stile di Kubota sul mercato europeo e mondiale del free market.

PER CHI VOLESSE RINFRESCARSI LA MEMORIA…

Signor Tonegawa, vuole delineare in breve la storia dell’azienda?

La ‘scintilla’ nella produzione di motori per uso agricolo di Kubota Engine avvenne nel 1922. Si trattava di propulsori orizzontali raffreddati ad acqua e alimentati a kerosene. Da allora il comune denominatore dei nostri motori è stata l’affidabilità. L’epifania del diesel risale al 1931. Nel 1981 abbiamo posato una pietra miliare del downsizing, con una canna inferiore al mezzo litro, a iniezione diretta. Il D1105-E è stato il primo off-road, equipaggiato con la E-Tvcs, con potenza inferiore ai 25 cavalli (18,3 kW) a ottemperare alla Carb Ulge. Nel 2011 abbiamo raggiunto la quota di 25 milioni di motori, 700mila quelli prodotti nel 2016.

 

Ora l’orizzonte è quello dello Stage V. Il 2019 si sta avvicinando…

E noi siamo pronti. Facciamo leva sul fatto che Kubota non ha mai perso di vista l’obiettivo di migliorare la rigenerazione e il funzionamento del dpf, tecnologia di cui siamo pionieri e che abbiamo messo a punto già nel 2011, molto prima del Tier 4 Final. Tutti ora concordano sul fatto che il filtro antiparticolato sia inderogabile per ricevere la certificazione Stage V sopra i 19 chilowatt. Per centrare questo obiettivo non ci fermiamo all’upgrade del diesel. Abbiamo rilanciato la soluzione dual-fuel, compatibile con la benzina e il gpl o il gas metano. (ndr: li abbiamo visti sia all’Ecomondo di Rimini che all’Agritechnica di Hannover).

(Tonegawa, a questo punto, stimola la nostra curiosità con un annuncio)

E le posso anticipare una novità…

 

Ecco, ci dica qualcosa in più…

Beh, si tratta di un motore a ciclo Otto, a tre cilindri, da 1, 9 litri. Contribuirà a rafforzare la nostra posizione in questo segmento e a dettagliare la nostra presenza sotto i 100 cavalli, per fornire valore aggiunto agli Oem in termini di consumi e compromesso tra densità e affidabilità. Sopra i 100 cavalli il V5009, annunciato al Conexpo di Las Vegas, sarà in commercio dal 2020. Si tratta di un 4 cilindri con canna da 1.250 cc in grado di erogare 157,3 kW a 2.200 giri e una coppia di 845 Nm a 1.600 giri.

LA PREMIERE DEL 5 LITRI SOTTO IL SOLE DEL NEVADA

L’approccio di Kubota in una frase?

La nostra strategia si riassume nella logica delle soluzioni multiple. Tra 56 e 90 chilowatt non temiamo confronti. Lo stesso monoblocco sarà adattabile a ogni mercato, in base allo standard normativo di riferimento. Distribuzione e assistenza ci permettono di soddisfare le richieste degli utilizzatori finali.

Vi lascio con una promessa. All’Intermat di Parigi ne vedremo delle belle…

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