Fiamm Energy Technology a un anno dall’acquisizione

Fiamm Energy Technology tira le somme a circa un anno di distanza dall’acquisizione da parte di Hitachi Chemical. Giusto per rinfrescare la memoria, Hitachi detiene il 51 percento dell’azienda, mentre il restante 49 percento è rimasto a Fiamm.

Lo storico marchio di Montecchio Maggiore, produttore specializzato di batterie per i settori automotive e industriale, segna un fatturato di 443 milioni di euro nell’anno finanziario 2017-2018. Segno positivo anche per Ebitda e Ebit che raggiungono 27,9 e 17,2 milioni, circa il 10 percento in più rispetto alle attese.

Dal piombo del settore industriale…

All’atto pratico, questa partnership è nata allo scopo di implementare e rafforzare la presenza sul mercato europeo delle batterie al piombo. In questo contesto, Fiamm Energy Technology continua a godere della propria autonomia interna. L’attuale posizione di primo piano occupata da Fiamm è infatti uno degli effetti positivi dell’applicazione del know-how maturato da Hitachi Chemical nel settore chiave dell’energia.

Quindi sviluppo e produzione di innovative batterie al piombo resteranno parte della strategia aziendale. In questo caso, il “flusso di corrente” scorrerà anche dall’Europa verso l’Asia. Le batterie saranno di fattura italiana e verranno immesse sul mercato asiatico da Hitachi Chemical. Quella del piombo-acido è una tecnologia consolidata e valida, e il riciclo dei materiali arriva al 99 per cento. Specialmente nel settore industriale, le tecnologie al litio non stanno dimostrando di poter ancora sostituire del tutto quelle al piombo.

…alle applicazioni del litio

Una volta rodati i meccanismi, il primo obiettivo è quello di rafforzare l’integrazione tra le due realtà, investendo maggiori energie nella ricerca su nuove tecnologie al litio. Anche qui, le risorse tecniche specifiche di Hitachi Chemicals risulteranno particolarmente utili.

Alessandro Mio, Group HR & Corporate Communication Director, ha commentato i risultati raggiunti. «Si è cercato un partner industriale non troppo presente in Europa per salvaguardare l’autonomia del gruppo italiano – seppure in un contesto più vasto – e di consentirne lo sviluppo. Fiamm Energy Technology ha mantenuto il proprio Dna tricolore, ma gode del vantaggio di essere sostenuta da un’azienda con le spalle più larghe».

In generale, gli ambiti di applicazione degli investimenti della joint venture spazieranno. Dal settore full-hybrid ad altri quali le telecomunicazioni, i data center, le società ferroviarie, le centrali elettriche, la produzione petrolchimica e l’accumulo di energia da fonti rinnovabili.

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