Carlo Lambro, Presidente di New Holland Agriculture, ci rivela le previsioni per un 2019 tutto sommato stabile a livello mondiale, fatto salvo per l’incognita Turchia. Sostenibilità, ricerca e digitalizzazione al centro dei nuovi progetti.

Carlo Lambro New Holland

Buongiorno Dottor Lambro. All’evento di presentazione delle novità New Holland per l’Eima ha dedicato un commosso saluto a Sergio Marchionne. Cosa ha significato lavorare con lui, dal punto di vista umano e professionale?

Lavoro nel Gruppo da 31 anni. Ho vissuto le grandi acquisizioni, da Ford a Case IH, lavorando con amministratori delegati del calibro di Riccardo Ruggeri e Paolo Monferrino. Ma l’esperienza con Sergio Marchionne è stata sicuramente impareggiabile e indimenticabile. Ha dato a tutti noi la consapevolezza che nessuna sfida è impossibile. L’esempio più significativo della sua determinazione e del suo slancio imprenditoriale è stata proprio l’acquisizione di Chrysler che ha salvato Fiat e dato vita al colosso Fca. Quello che porto dentro di me è questa continua rincorsa alla sfiida, accompagnata da una grande voglia di vivere.

Cosa si aspetta dal mercato mondiale, europeo ed italiano per il 2019?

Per l’anno prossimo prevediamo un mantenimento a livello globale dei volumi sulla linea del 2018 ma con un ‘country mix’ leggermente differente. In Sud America ci aspettiamo un forte miglioramento delle condizioni in Brasile grazie alla ritrovata stabilità politica, mentre in Argentina prevediamo un protrarsi della crisi e quindi un ulteriore calo delle immatricolazioni. In Nord America c’è molta incertezza a causa delle politiche porotezionistiche dell’amministrazione Trump, ma stiamo comunque parlando di un’economia in crescita. Crescita rallentata invece in Cina causa anche lo stop alle sovvenzioni statali in campo agricolo. Continua invece a migliorare l’India insieme a tutta l’area del Far Est. Ma la vera grande incognita a livello mondiale è la Turchia dove la svalutazione della lira turca sta seriamente compromettendo il mercato interno. Ovviamente la parte di macchine che produciamo in Turchia per l’export non è intaccata a livello di volumi, ma la restante porzione destinata al mercato interno è praticamente dimezzata.

Per quanto riguarda l’Europa si viaggia su una forbice di 2 o 3 punti percentuali in più o in meno rispetto al 2018. Stiamo dunque parlando di un range di 4 -5 mila trattori che non rappresentano sostanziali variazioni. Sull’Italia bisogna ovviamente tenere conto del risultato anomalo dello scorso anno legato alla Mother Regulation. Il mercato di quest’anno si è dunque riallineato sui valori del 2016 con una crescita dell’alta potenza e un ridimensionamento degli specializzati e nel 2019 non dovrebbe subire particolari scossoni sia in positivo che in negativo.

Unacoma ha fatto dichiarazioni molto forti nei confronti dell’attuale Governo e del Ministero dell’agricoltura, colpevole di trascurare il comparto. La revisione non arriva e l’accesso ai Psr è sempre più complicato. Qual’è la vostra posizione a riguardo?

Da anni impostiamo le strategie e le politiche commerciali a livello di gruppo al netto di incentivi statali. Un eventuale calo del mercato interno contiamo di bilanciarlo con l’export che rappresenta ormai il 90 per cento dell’attività New Holland. Gli aspetti su cui il Governo potrebbe certamente dare una mano al comparto senza scompensi sul bilancio riguardano il migliore utilizzo dei fondi europei attraverso uno snellimento della burocrazia e l’agognata messa a norma delle macchine.

Trattori autonomi, a idrogeno, a metano o elettrici. Quali sperimentazioni state portando avanti?

Il progetto di trattore a idrogeno NH2 è stato momentaneamente accantonato. Dico momentaneamente e non definitivamente poichè FPT (ramo motoristico del Gruppo) ha recentemente ripreso lo studio di potenziali applicazioni derivate dall’idrogeno sui veicoli commerciali e non è detto che eventuali soluzioni non possano poi essere traslate ai trattori.

Per quanto riguarda l’elettrico non stiamo ancora investendo sul full electric ma guardiamo piuttosto all’elettrificazione di alcune funzioni e a soluzioni ibride per macchine compatte. Il trattore autonomo è per noi già una realtà. Nel 2016 abbiamo presentato negli Stati Uniti un T8 perfettamente funzionante anche senza operatore. Il principale limite a questo progetto è di tipo leglslativo, legato alla sicurezza, ma stiamo comunque portando avanti la sperimentazione spostando il focus anche sui trattori compatti e specializzati. Il metano resta ad oggi il principale target del nostro partner motoristico per quanto riguarda la futura riduzione delle emissioni in ambito industriale e agricolo.

La sostenibilità è stata a lungo il vostro cavallo di battaglia in termini di brand awareness, dal concetto di ‘indipendent farm’ all’Expo. Continuerete a lavorare su questi aspetti?

La sostenibilità era e resta per New Holland una priorità. Il rispetto dell’ambiente e la ricerca di una produzione sempre più etica, anche a livello sociale, sono da sempre tra i pilastri del gruppo. La strategia ‘Clean Energy Leader’ lanciata dal brand già nel 2006 ha l’obbiettivo di ridurre la dipendenza dei farmer dai combustibili fossili e di incentivare la coltivazione di bioenergie. Non a caso Cnh Industrial è rientrata per l’ottava volta consecutiva nell’apposito indice del Down Jones, ed è l’unica tra i costruttori di macchine agricole.

Digital farming e agricoltura 4.0. Avete all’attivo collaborazioni con Microsoft e con la canadese Farmers Edge. Il futuro è realmente nei big data? Avete in mente acquisizioni di aziende che operano nell’elaborazione dati?

Il futuro è sicuramente nei big data e dunque nell’elaborazione di dati provenienti dalle macchine per garantire le migliori performance e il corretto utilizzo degli input agronomici. Quindi sicuramente continueremo a investire in questo campo. Lo sviluppo interno di queste tecnologie è però talmente complesso e specializzato che per rafforzare il ‘time to the market’ ci orientiamo verso collaborazioni piuttosto che joint venture o acquisizioni, quella che chiamiamo crescita inorganica.

NEW HOLLAND E LA FIAT CENTENARIO LIMITED EDITION

Per New Holland un’Eima da protagonista con le edizioni Centenario e i nuovi T5 Auto Command. Che riscontro vi aspettate dal mercato?

Quando abbiamo pensato alla serie Centenario con colore terracotta l’unico dubbio è stato: la chiederanno in troppi? Sappiamo infatti che l’immagine e il colore della Fiat Trattori non solo in Italia ma in tutto il bacino del Mediterraneo è molto forte. In molti clienti ha effettivamente risvegliato un notevole senso di appartenenza che si traduce nel desiderio di acquistare la macchina nei vecchi colori.

Saranno dunque disponibili sei gamme in versione Centenario, tutte adatte all’agricoltura mediterranea, dai cingolati, agli specializzati, agli utility. Ma ci fermiamo a cento macchine per ogni modello anche per preservare l’esclusività dell’evento. Il blu resterà a tutti gli effetti il colore ufficiale New Holland.

Il T5 Auto Command si distanzia abbastanza nettamente dal T5 attuale. Si torna innanzitutto al motore Nef a 4 cilindri da 4,5 litri, la cabina Horizon è inoltre derivata dalla gamma superiore T6, quindi più grande e confortevole e poi c’è ovviamente il cambio CVT. La spinta a investire in questo progetto è stata dettata da una segmentazione sempre più accentuata nel cosiddetto segmento degli utility dove la forbice tra la macchina standard ed economica e la macchina premium si sta spostando sempre più verso gli allestimenti più tecnologici e accessoriati. Nella nostra offerta mancava dunque il prodotto di punta e siamo dunque sicuri di aver centrato il target col T5 AutoCommand, una macchina bella, compatta, ben manovrabile, offerta in versione Blu Power proprio per enfatizzare la connotazione premium.

Per il completamento della full line New Holland manca praticamente solo il comparto delle macchine per l’irrorazione. Avete nel mirino qualche azienda?

Come più volte ribadito la strategia rimane quella di monitorare il comparto sfruttando possibilità di crescita o ampliamento gamme anche attraverso acquisizioni.

UNO SGUARDO AL PASSATO: FPT E NEW HOLLAND AL FARM PROGRESS SHOW

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