Le alimentazioni a metano progrediscono dal punto di vista tecnologico ma la domanda cala (in ambito auto). Quanto ai camion, le cifre parlano di una grande ascesa: nell’ultimo quinquennio il circolante autocarri a metano è cresciuto del 29 per cento. La speranza è che ciò faccia da volano alla diffusione di stazioni di servizio. Gnc e Gnl, infatti, si candidano già da tempo come soluzioni abbordabili e immediate per una conversione del trasporto al risparmio e alla sostenibilità. Attorno al tema “Metano e trasporto pesante: risparmio e logistica dei rifornimento” hanno ruotato gli interventi di un convegno inserito nella rassegna AutopromotecEdu, costola votata all’approfondimento del salone dell’aftermarket automobilistico tenutasi a fine maggio in quel di Bologna.

Camion a metano in ascesa

Uno spaccato del settore è stato fornito da Licia Balboni, presidente Federmetano, la principale associazione di categoria in Italia che dal 1948 riunisce i proprietari delle stazioni di servizio di metano per autotrazione e i trasportatori, a mezzo carro bombolaio, di gas naturale. «Nel 2016 sono stati consumati 1.052 milioni di metri cubi di metano, il parco circolante è composto da un milione di veicoli a metano (2 per cento del circolante totale), la rete distributiva conta su 1.182 impianti in totale, di cui 44 in autostrada. Negli ultimi 5 anni, il circolante autocarri a metano è aumentato del 29 per cento. Con questo incremento, è prevedibile che per il 2025 un numero adeguato di punti vendita di gnl assicurerà la perfetta circolazione anche di veicoli pesanti alimentati con metano liquido». Secondo le parole di Massimo Prastaro, responsabile innovazione & sviluppo commerciale Eni, lo sviluppo della rete in Italia terrà conto principalmente di due fattori: stazioni di servizio in vicinanza dei depositi dei trasportatori e lungo le rotte dell’autotrasporto. Rimane da risolvere, ha fatto presente sempre nel suo intervento, l’elevato costo alla pompa del gnl, causato soprattutto da problemi legati al trasporto. In ogni caso, si sta lavorando perché questi picchi di costi possano essere attenuati.

Iveco e Scania sull’onda del metano

E l’autonomia? Come ha affermato il vertice delle relazioni istituzionali di Cnh Industrial Massimo Santoni, «Il metano liquido è attualmente l’unica proposta concreta che possa assicurare lunghe autonomie di viaggio ai truck, con percorrenze nell’ordine di 1.500 chilometri. Nel 2016, grazie alle agevolazioni, sono decollate le immatricolazioni dei mezzi a metano liquefatto, caratterizzati dalle stesse prestazioni dei Diesel Euro 6. C’è ancora molto da fare però in te rmini di agevolazioni fiscali, realizzazione di adeguate infrastrutture per la distribuzione del gnl e per permettere l’ingresso dei mezzi a GNL nei centri storici, proprio come succede per i veicoli ad alimentazione elettrica». Anche Scania ha detto la sua per il tramite di Paolo Carri, Direttore Business Support & Development Italscania: «il trasporto su gomma rappresenta l’85 per cento sul totale, per questo è importante impiegare un carburante come il metano al fine di assicurare un trasporto sostenibile, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello economico di gestione. In tal senso, si sta sviluppando l’uso dei carburanti alternativi come il metano, la diffusione dell’alimentazione elettrica e la cultura della guida connessa e autonoma. La connettività permette di controllare e ottimizzare con massima efficacia la circolazione. I motori Euro 6 a metano sono stati introdotti nel 2012 e, politica della casa, non è di puntare sulle massime prestazioni in termini di numero di cavalli, ma sugli elevati valori di coppia e la silenziosità di marcia per garantire massimo comfort di guida e affidabili tà. Una città in Finlandia ha già investito sull’intero parco veicoli a metano liquido per la raccolta dei rifiuti in maniera più pulita possibile».

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