Dopo gli ottimi risultati del 2021 anche Agco si è trovata ad affrontare le conseguenze della crisi ucraina e della carenza di materie prime che, ancora oggi dopo più di due anni, affligge tutte le filiere globali. Come ha reagito il Gruppo di fronte a queste problematiche e che strategie ha messo in atto?

Purtroppo, quella delle materie prime è ancora una problematica scottante per noi, con cui siamo costretti a confrontarci quotidianamente sin dallo scoppio della pandemia. Il nostro team aftermarket sta facendo un gran lavoro nel ricercare i materiali necessari alla costruzione dei componenti di ricambio che, poi, vengono forniti con priorità assoluta ai nostri clienti che già possiedono macchinari del gruppo Agco e che ne hanno bisogno per riparazioni urgenti. L’efficacia di questa strategia è dimostrata dalle quote di mercato che abbiamo guadagnato, uno degli indici più affidabili per capire l’andamento della situazione. Inoltre, per quanto riguarda le materie prime, le prospettive per la seconda metà del 2022 sono decisamente migliori, e ci aspettiamo che il problema possa rientrare nel prossimo anno.

Agco, le strategie per il 2022

Quali gli obiettivi per la fine del 2022 e per i primi mesi del prossimo anno?

La nostra agenda è pienissima. Sono tanti gli ordini arrivati al nostro ufficio vendite e stiamo facendo tutto il possibile per riuscire a produrre il maggior numero possibile di trattori e macchine agricole per i nostri clienti entro la prossima primavera. Siamo inoltre reduci da due ottimi trimestri a livello finanziario che si concretizzeranno in un terzo e un quarto trimestre da record per il Gruppo Agco, con oltre 12.5 mld di fatturato. In base all’andamento dei nostri stabilimenti dovremmo riuscire a soddisfare tutti gli ordini dei prossimi mesi.

Il nuovo Fendt 700 Vario

Quale impatto ha avuto l’attacco informatico subito da Agco negli Stati Uniti la scorsa primavera sulla vostra produzione?

Abbiamo effettivamente subito un grave attacco lo scorso maggio da parte di un gruppo di hacker legati alla divisione militare cyber della Russia, quindi l’effetto è stato piuttosto pesante. I nostri sistemi informatici sono rimasti inagibili per più di due settimane (con tempi diversi in base alle diverse zone del mondo in cui è presente la nostra azienda). Ciò ha fatto sì che le ore di produzione del nostro secondo trimestre siano diminuite di circa l’8% rispetto al secondo trimestre del 2021, comportando una riduzione delle vendite nel trimestre rispetto ai nostri obiettivi originali.  Prevediamo comunque di recuperare il gap aumentando la produzione sia nel terzo che nel quarto trimestre. Ora tutti i nostri impianti e uffici sono pienamente operativi. Dall’attacco abbiamo imparato molto e abbiamo potenziato la cybersecurity di tutte le nostre infrastrutture e siamo dunque pronti a gestire altri eventuali problemi di questo tipo.

Fendt, Massey Ferguson, Valtra: il ruolo dei marchi

Parlando più nello specifico dei singoli marchi, per quanto riguarda Fendt, che è il marchio che sta andando meglio in Europa, avete intenzione di potenziare le linee di prodotto per tutte le gamme?

Sicuramente. A livello strategico Fendt ha due direttive principali: da una parte il focus è sul prodotto, stiamo cercando di completare le gamme dei nostri macchinari agricoli, dagli atomizzatori ai nuovi trattori, senza dimenticare le mietitrebbie. L’altra spinta è quella finalizzata a rendere più globale il marchio, facendolo arrivare con decisione anche in Africa e in Oceania e cercando di raddoppiare il fatturato in questi mercati entro i prossimi cinque anni.

Il Valtra Q

Nello specifico quai sono i piani per espandere il business Fendt in Nord e Sud America?

Il nostro intento è quello di arrivare gradualmente in questi due mercati, tramite una strategia che premierà i concessionari migliori tramite un serrato sistema di analisi. Le nostre vendite a marchio Fendt nella prima metà del 2022 sono aumentate di oltre il 20% rispetto alla prima metà del 2021. E ci aspettiamo che questi tassi di crescita migliorino ulteriormente nella seconda metà in base al nostro attuale piano di produzione. Le vendite di Fendt e Challenger in Nord e Sud America dovrebbero raddoppiare nel 2022 rispetto al 2020, con l’obiettivo ambizioso di raddoppiarle nuovamente nei prossimi cinque o sette anni.

La mentalità con cui stiamo portando avanti questo processo è la stessa con cui produciamo i nostri trattori: davanti a tutto c’è sempre la qualità per far sì che i clienti, anche in quelle regioni, possano usufruire della vera esperienza Fendt.

Capitolo Massey Ferguson e Valtra: Agco ha intenzione di mantenere una strategia separata per lo sviluppo dei due brand o, come già accaduto per altri competitor, riunirà la produzione a livello globale in poli specifici, differenziando poi soltanto le livree e il nome?

Per ognuno dei nostri brand abbiamo strategie di sviluppo e di posizionamento completamente diverse. I macchinari, le tecnologie e il target di riferimento dei vari brand sono completamente diversi. L’intenzione è dunque quella di mantenere la differenziazione sia a livello di prodotto che di marketing. Massey Ferguson e Fendt sono marchi globali, con Fendt pensata per i grandi clienti premium e Massey Ferguson focalizzata su tutti segmenti di clientela. Valtra è invece presente soprattutto in Europa e in Sud America e la sua vocazione è legata ai territori in cui ci sono condizioni climatiche e geomorfologiche complesse (come ai tropici o nel caso di applicazioni forestali).

Massey Ferguson MF 5S

Quanto investe Agco in Ricerca & Sviluppo e qual è la vostra strategia riguardo l’agricoltura di precisione e le tecnologie smart?

I nostri investimenti in R&D sono cresciuti di milioni di dollari di anno in anno e l’obiettivo è quello di proseguire su questa strada, con un occhio di riguardo ai nostri specialisti e al lato ingegneristico della produzione. Al contempo, sul lato delle tecnologie smart e di precisione, nello scorso anno abbiamo acquisito sei compagnie specializzate e quest’anno investito in altre due. Grazie all’ottima accoglienza che i nostri prodotti stanno ricevendo da parte dei nostri clienti dal 2018 abbiamo raggiunto un tasso di crescita annuale di oltre il 20% nella nostra attività Precision Ag. In virtù di tale performance puntiamo a un fatturato di oltre 900 milioni di dollari dal nostro portafoglio Precision Ag entro il 2025.

Come vi state muovendo nel campo della sostenibilità e che ruolo giocherà questo aspetto nelle strategie future?

Per noi si tratta di un aspetto fondamentale. Prima di tutto ci siamo attivati a livello di poli produttivi, cercando di emettere meno CO2 possibile dai nostri processi aziendali. L’intento, a livello globale, è di riuscire a far raggiungere la neutralità climatica almeno al 60% dei nostri stabilimenti produttivi. D’altra parte, anche dal punto di vista di prodotto, stiamo sviluppando trattori e macchinari a basse emissioni, anche elettrici e a idrogeno (parte del programma H2 Agrar). La terza parte di queste strategie è rivolta direttamente agli agricoltori e alla loro formazione, per ridurre le emissioni e migliorare il trattamento del suolo. Dal lato dei prodotti, infine, ricordo che le soluzioni ad idrogeno saranno applicate sui trattori ad alta potenza, quelle ibride sui trattori di fascia media e quelle elettriche sui trattori meno potenti (come già sta avvenendo per i Fendt e100 Vario).

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